Riportiamo le interessanti riflessioni del presidente di Federprivacy (Nicola Bernardi) pubblicate su Agendadigitale.eu, sullo stato attuale della professione di DPO.
Nell’articolo Bernardi analizza in modo molto impietoso l’attuale situazione professionale dei DPO, migliaia di professionisti (oltre 53.000 quelli registrati sul sito del Garante Privacy) delusi da aspettative tradite da un mercato che, ricorda Bernardi “sin dagli inizi è stato caratterizzato da una folle corsa al ribasso da parte della pubblica amministrazione avallata da consulenti improvvisati, che pur di aggiudicarsi il maggior numero possibile di incarichi si sono svenduti per cifre inverosimilmente troppo basse rispetto al tempo e alle risorse effettivamente necessarie per fornire decorosamente la prestazione”
Bernardi, in virtù del punto di osservazione privilegiato, in qualità di presidente di Federprivacy, cita le “migliaia di segnalazioni ricevute da Dpo frustrati ed avviliti che vengono pagati con due spiccioli, che sulle questioni che hanno impatti sui dati personali vengono consultati solo a giochi fatti, che incontrano ostruzionismo o indifferenza da parte dei vertici aziendali, e che si trovano con le mani legate senza neanche la libertà di decidere di andare ad un corso di aggiornamento”.
Nell’articolo, il cui contenuto integrale potete consultare dal link in fondo alla pagina, sono indicate le nuove figure professionali che nei prossimi anni saranno maggiormente richieste dal mercato.
Privacy Manager, esperti di Data Governance, Data Protection Designer, e soprattutto il Privacy Officer
Fonte: Privacy, già in crisi i DPO: prevalgono altre figure