Il bilancio 2016 segna, rispetto all’anno precedente, un incremento di circa il 38% dei procedimenti sanzionatori avviati che sono saliti a 2.339, diversi dei quali relativi a violazioni di dati personali subite (data breach). Le sanzioni già riscosse dall’erario sono state pari a 3 milioni e 300 mila euro. 53 sono state le segnalazioni all’autorità giudiziaria, la maggior parte delle quali relative a casi di mancata adozione delle misure minime di sicurezza.
Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unità Speciali della Guardia di finanza, Nucleo speciale privacy, hanno riguardato numerosi e delicati settori, sia nell’ambito pubblico che privato. Per quanto riguarda il settore privato le ispezioni si sono rivolte principalmente ai trattamenti di dati effettuati da società che operano nel settore del car sharing; a quelle che si occupano di web marketing e marketing telefonico; alle società che si occupano di ricerca genetica; alle agenzie di lavoro interinale; alle società di assistenza tecnica e recupero dati per pc e telefonia mobile; ai giochi on line; alle finanziarie. Per quanto riguarda il settore pubblico l’attività di verifica si è concentrata particolarmente sui Caf e le grandi banche dati pubbliche, sul sistema della fiscalità, con speciale riguardo alle misure di sicurezza e al sistema degli audit.
Il quadro dell’attività ispettiva del Garante nel 2016 mostra una ancora insufficiente informazione agli utenti sull’uso dei dati personali, sia da parte delle Pa che delle aziende (200 violazioni riscontrate); una mancata adozione delle misure di sicurezza; tempi eccessivi di conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico. Diversi anche i procedimenti sanzionatori per omessa notificazione al Garante con riferimento a trattamenti di particolare delicatezza e le sanzioni per non aver risposto alle richieste di informazione e documentazione del Garante.